I processi fisiologici che determinano l'invecchiamento, responsabili del decadimento di organi e funzioni, sono soggetti a tempi e intensità differenti a seconda dell'organo e del tessuto interessato.
Ma si possono differenziare anche tra gli individui in relazione a molteplici fattori, tra cui la predisposizione genetica è responsabile soltanto in parte rispetto all'influenza che hanno l'ambiente e lo stile di vita. Proviamo a descrivere in modo schematico le princiapli modificazioni che avvengono nel nostro organismo, sorattutto nella senescenza ma che in alcuni casi iniziano molto tempo prima.
MODIFICAZIONI ORGANICHE
La fibrosi
Con l’invecchiamento avviene un aumento del tessuto connettivo, a discapito del parenchima (parte funzionale dell’organo). Questo fenomeno viene definito fibrosi o sclerosi.
La fibrosi ha conseguenze nocive su organi di importanza vitale
• Apparato cardiovascolare: causa aritmie, arresto cardiaco, problemi circolatori.
• Fegato: causa malfunzionamento, steatosi.
• Reni: causa decadenza della funzionalità dei glomeruli (sclerosi glomerulare) che sembra però più dovuta alle infezioni ed alla scorretta alimentazione.
Decadimento della funzionalità del sistema immunitario
• Le immunoglobuline (anticorpi) nell’anziano spesso non hanno più la capacità di distinguere tra amico e nemico ed attaccano l’organismo. Si verifica quindi un’incapacità di trasmissione tra messaggeri e recettori o avviene una comunicazione errata.
• Il decadimento del sistema immunitario inizia già in giovane età, con l’involuzione del timo.
• Sul piano clinico aumentano le infezioni, le infiammazioni, i tumori.
Decadimento della funzionalità del sistema neuro endocrino
• Si crea un malfunzionamento e incapacità di trasmissione tra ipotalamo, ipofisi, recettori con conseguente calo della produzione ormonale endogena di alcuni ormoni ed incremento di altri favorenti l’invecchiamento, quali insulina e cortisolo.
L’invecchiamento tissutale
Avviene a causa dell’invecchiamento delle cellule che compongono il tessuto ed invecchiamento della MEC (Matrice Extra Cellulare) che le circonda.
La Mec è composta da un centinaio di macromolecole, suddivise in 4 grandi famiglie: collageni, elastina, proteoglicani e glicoproteine di struttura. Ciascuna di queste famiglie subisce un deterioramento.
La reazione di Maillard e l’alterazione del collagene
• La causa principale dell’invecchiamento pare essere l’aumento dei ponti delle fibre di collagene, che lo induriscono e lo rendono meno elastico.
• La reazione di Maillard è una reazione tra glucosio e proteine che porta alla formazione degli AGE (Advanced Glycation End Products), che sono in grado di creare ponti tra le fibre di collagene.
• Questo porta a cambiamenti strutturali nella Mec e a mutazioni genetiche nel Dna.
Alterazioni dell’elastina
• L’elastina rende elastici tessuti importanti come polmoni e vasi sanguigni.
• L’elastina presenta una forte affinità con i lipidi e con il calcio, che si potenziano a vicenda.
• Questo porta ad un deterioramento dell’elasticità delle fibre, causata da un enzima chiamato elastasi.
Alterazioni dei proteoglicani e delle glicoproteine di struttura
• La più eclatante è quella della fibronectina, una vera e propria colla biologica, che aumenta con l’invecchiamento (fenomeno molto evidente nei diabetici).
• La fibronectina si frammenta a contatto con i radicali liberi.
• I frammenti di fibronectina sopravvivono nell’organismo dando origine a trasformazioni di cellule sane in cellule tumorali.
Interazione tra cellule e Mec
• Il buon funzionamento della comunicazione tra le cellule è indispensabile per la salute dell’organismo.
• L’interno della cellula è povero di calcio rispetto all’ambiente extracellulare.
• La comunicazione tra le cellule porta ad un incremento del calcio intracellulare.
• Nell’anziano viene meno l’omeostasi calcica, con concentrazioni cronicamente elevate di calcio intracellulare, il che porta all’apoptosi cellulare.
• Tra i maggiori responsabili di questo fenomeno abbiamo i radicali liberi.
Telomeri ed invecchiamento
• I telomeri sono sequenze di dna poste all’estremità dei cromosomi, che si accorciano ad ogni divisione cellulare.
• Con l’invecchiamento viene meno l’azione dell’enzima telomerasi, responsabile della sintesi e dell’allungamento dei telomeri, mentre le cellule maligne non la perdono.
• La perdita dei telomeri porta all’incapacità di sfruttare determinati geni.
Mitocondri ed invecchiamento
• I mitocondri sono le fonti di energia della cellula, grazie alla presenza di ATP.
• I mitocondri degli anziani presentano numerosi danni, che inibiscono la capacità di produrre energia.
• Assenza di energia = morte.
Radicali liberi ed invecchiamento
I radicali liberi sono molecole che si formano dal normale metabolismo cellulare quando la cellula trasforma i nutrienti alimentari e l’ossigeno in energia (nei mitocondri).
La caratteristica che rende i radicali liberi potenzialmente dannosi per l’organismo è la loro instabilità energetica che li rende fortemente reattivi per la presenza in superficie di almeno un elettrone spaiato (mentre un normale atomo di ossigeno ha un nucleo con elettroni appaiati, un radicale libero ha sull’orbita esterna un numero di elettroni dispari). Per raggiungere uno stato energetico più stabile, essi tendono a cedere il proprio elettrone o ad acquistarne un altro rendendo in tal modo instabile una nuova molecola che a sua volta reagirà in cerca di stabilità con un’altra molecola, dando così inizio ad una reazione a catena che porta alla formazione ulteriore di metaboliti tossici. Tali reazioni terminano allorché i radicali liberi incontrano un sistema enzimatico in grado di metabolizzarli (antiossidanti).
• Se non vengono neutralizzati possono interagire con dei costituenti cellulari e modificarli.
• La capacità di neutralizzazione dei radicali liberi diminuisce con l’età.
• I più potenti agenti anti radicali sono le vit. A-C-E e il glutatione.
• I radicali liberi che sfuggono agli agenti di controllo scatenano una reazione a catena.
MODIFICAZIONI STRUTTURALI E FUNZIONALI
Quanto esposto nel paragrafo precedente porta ad una serie di modificazioni strutturali e funzionali.
Cervello
• Diminuzione del peso.
• Perdita di neuroni.
• Depositi di lipofuscine (sottoprodotti non degradabili della ossidazione dei grassi) ed ammassi neurofibrillari nei neuroni.
• Indebolimento della trasmissione (acetilcolina, dopamina, noradrenalina).
• Riduzione del numero di recettori per i glucocorticoidi nell’ippocampo, a causa di elevati livelli di cortisolo.
• Sregolazione del sistema ipotalamo/ipofisi/surrene, con difficoltà a reggere lo stress.
• Aumento della concentrazione di calcio nei neuroni, con conseguente morte degli stessi.
• Incremento dell’infiammazione delle cellule.
• Danneggiamento delle capacità di memoria, apprendimento, ideazione.
• Tendenza alla depressione, alla labilità emotiva, all’alterazione del sonno.
Udito
• Modificazioni strutturali che portano alla perdita dell’udito.
• Il massimo dell’efficienza si ha a 10 anni.
• A 60 anni quest’efficienza può ridursi fino ad un quarto.
Gusto
• A 30 anni ogni papilla gustativa possiede 245 cellule.
• A 70 anni queste cellule sono ridotte a 90.
Denti
• Le gengive si ritirano, i denti si indeboliscono e cadono.
Fegato
• Nell’adulto il peso del fegato corrisponde al 2,5 % del peso corporeo.
• Nell’anziano scende all‘ 1,5%, con conseguente difficoltà di metabolizzazione, soprattutto dei farmaci, ma, paradossalmente, sono proprio gli anziani i maggiori consumatori di farmaci (ricordiamoci che l’uso, non l’abuso, di farmaci, è una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati).
Reni e vescica
• Dopo i 50 anni i reni perdono massa e peso, con la scomparsa di intere unità nefroniche.
• Questo comporta un aumento della ritenzione idrica a causa dell’incapacità ad eliminare l’acqua e un diminuito potere detossicante.
• La muscolatura liscia della vescica diventa meno efficiente, con conseguente incontinenza e perdite urinarie.
Stomaco e intestino
• La secrezione gastrica diminuisce dopo i 40 anni, rendendo più difficile la digestione.
• Si crea una difficoltà di assorbimento dei lipidi, del calcio e della vit. D a livello intestinale.
• La mucosa del colon tende ad atrofizzarsi.
Occhi
• Dopo i 40 anni il cristallino si indurisce, portando alla presbiopia.
• Dopo i 50 anni questo comporta, in genere, la necessità di utilizzo degli occhiali, mentre la visione da lontano rimane buona.
• Dopo i 60 anni il cristallino si appanna, rendendo difficile la visione delle sfumature.
• Dopo i 70 anni la vista peggiora notevolmente, in special modo quella crepuscolare.
Polmoni
• I muscoli dell’apparato respiratorio si indeboliscono.
• Si verifica una perdita delle ciglia delle cellule epiteliali con conseguente incapacità di liberarsi dagli agenti esterni, nocivi.
• La principale cellula immunitaria “Il macrofago alveolare” perde di efficienza.
Cuore e vasi sanguigni
• Incremento dei ponti crociati di collagene, nei quali si deposita il calcio, che porta ad un indurimento delle arterie.
• Il cuore fatica a sostenere la circolazione.
• Riduzione del microcircolo, che, a livello del rene, può diminuire fino al 30%.
I meccanismi regolatori
• La pressione arteriosa diventa instabile.
• Si crea difficoltà nella termoregolazione, soprattutto per la risposta al freddo, per la difficoltà a produrre calore, a causa della ridotta efficienza metabolica.
• Si verifica difficoltà a mantenere l’equilibrio acido – basico, anche a causa della ridotta funzionalità dei reni (ma spesso il processo è inverso e si crea un circolo vizioso).
• Avviene una riduzione della quantità di urina e maggior perdita di sali.
Alteaa e Peso
• L’indebolimento dei muscoli di sostegno della colonna vertebrale e la disidratazione dei dischi intervertebrali, tende a ridurre l’altezza.
• Il peso aumenta perché l’efficienza del corpo a trasformare il peso in energia diminuisce del 10% ogni 10 anni.
• Dopo i 60 anni in genere il peso muscolare diminuisce, per la sarcopenia, quindi avviene una modificazione del rapporto massa grassa – massa magra.
Sistema neuroendocrino
• Avvento della menopausa.
• Perdita della pulsatilità di secrezione dell’ormone LH.
• Diminuzione, ma soprattutto perdita della pulsatilità di secrezione dell’ormone GH.
• Aumento dei livelli basali di cortisolo.
• Riduzione di produzione di testosterone ed alterazione del ritmo circadiano.
• Aumento della secrezione di prolattina e vasopressina.
• Aumento della produzione di aldosterone.
• Aumento della produzione di insulina.
Questo insieme di cambiamenti porta alla maggior parte delle patologie della vecchiaia: osteoporosi, astenia e depressione, calo della libido, diminuzione della risposta immunitaria, ipertensione, diabete.
Organi sessuali esterni
• Secchezza e minor elasticità vaginale, a causa del deficit di secrezione di estrogeni e progesterone.
• Diminuzione della capacità erettile del pene già dai 45 anni.
• Dopo i 60 anni , il 50% dei maschi ha problemi di impotenza, causata soprattutto da calo della libido per la ridotta produzione di testosterone e ridotta efficienza del microcircolo.
Pelle e muscoli
• Comparsa di rughe, borse, alterazioni della pigmentazione, dovute all’aumento dei ponti di collagene ed alla riduzione dell’elastina.
• Aumentata sensibilità dei recettori sottocutanei per il freddo.
• Dopo i 30 anni perdita dei peli, incanutimento dei capelli, opacizzazione delle unghie con riduzione e scomparsa delle semilune.
• Riduzione della massa muscolare (sarcopenia).
• Conseguente calo dei livelli di forza.
Ossa
• A 20 anni le donne hanno una massa ossea superiore a quella dei maschi.
• A 50 anni è uguale.
• Dopo la menopausa la perdita nella donna è più accentuata.
Queste, in sintesi, le più importanti modificazioni che avvengono nell'organismo durante l'invecchiamento e che in parte possono essere rallentate con il forte contributo di uno stile di vita corretto - che ricomprende un'adeguata e costante attività motoria e una dieta sana - e della prevenzione.
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Estratto dal manuale del corso di strategie antiage
a cura di R.Calcagno
Laureato in Scienze Motorie
Preparatore atletico
Esperto in nutrizione nello sport
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