In qualsiasi campo l’acquisizione di nuove competenze inizia dalla conoscenza teorica, seguita dall’applicazione pratica e perfezionata attraverso l’esperienza che permette di accorgersi degli errori e di correggerli.

E’ una strada lunga, impegnativa che non ammette scorciatoie se l’obiettivo è l’eccellenza. I tempi di maturazione di una certa consapevolezza che caratterizza quella determinata competenza non sono mai immediati ma variano in funzione della complessità che questa comporta.

Conoscere i presupposti che sottendono una determinata capacità è la base per poter comprendere cosa sta dietro e le ragioni per le quali è necessario agire in un certo modo per ottenere uno specifico risultato. Ecco che ogni processo di apprendimento, generalmente parte dalla teoria e approda poi alla pratica in cui si mette in atto un compito che trova in quello che si è studiato una ragion d’essere.

Questo accade dappertutto e la preparazione di un trainer non fa eccezione. Un allenatore, un preparatore atletico, un istruttore, un educatore motorio lavorano con un corpo, un organismo, che è costituito in un certo modo ed è in grado di rispondere a specifiche sollecitazioni mettendo in atto reazioni adattative che determinano delle trasformazioni.

Nell’immaginare un programma d’allenamento per un dato soggetto si parte da quelle che sono le sue caratteristiche fisiche, i limiti, le potenzialità, il tempo messo a disposizione da dedicare all’esercizio fisico, le aspettative, le motivazioni, l’esperienza pregressa e poi si stabilisce cosa dovrà fare, in che modo, per quanto tempo, con quale frequenza solo in base alle conoscenze dei meccanismi fisiologici che portano agli adattamenti desiderati e all’esperienza che ci permette di capire, prima, cosa potrà funzionare meglio.

Ecco perché un trainer, che lavori per migliorare le prestazioni sportive oppure le condizioni di benessere o lo stato di salute delle persone, non potrà esimersi dal conoscere come siamo fatti e come funzioniamo se non vuole affidarsi all’improvvisazione o, come accade in moltissimi casi, alla sola esperienza personale. Quante volte si sente dire da aspiranti istruttori: “Ma tanto io mi alleno da anni e allora so benissimo cosa può andare bene agli altri”.

L’esperienza personale è certamente un presupposto essenziale: ha permesso di capire su se stessi cosa significhi fare esercizio fisico, impegnarsi regolarmente per un certo obiettivo, comprendere cosa sia la fatica fisica e mentale collegata all’allenamento. Ma non basta.

E’ necessario conoscere il perché noi possiamo ottenere certi risultati in un certo modo, così da poter utilizzare gli strumenti a disposizione per far sì che un altro soggetto, che ha caratteristiche ed esigenze anche completamente differenti dalle nostre, possa raggiungere i propri obiettivi.

La difficoltà maggiore di un trainer è proprio quella di allenare persone anche totalmente diverse da se stesso. Avrebbe certamente meno problemi a condividere un programma di allenamento con i propri simili, con aspettative e motivazioni quasi sovrapponibili alle proprie ma quando si trova al cospetto di individui lontani dal proprio mondo, costruito in molti anni di attività, ecco che si sente smarrito. La tendenza è quella di far fare più o meno le stesse cose che fa per sé, solo ad una minore intensità e volume.

Così gli esercizi sono quelli a cui egli stesso è abituato, l’ordine di esecuzione della scheda d’allenamento rimane invariato, i tempi di recupero sono simili, però si riduce la quantità e l’intensità dello sforzo perché si comprende che il livello di preparazione, e quindi le capacità, non sono sovrapponibili.

E questo accade a prescindere dalle esigenze specifiche. Uno vuole perdere peso? Al limite si riducono i tempi di recupero tra serie ed esercizi. Uno ha bisogno di un programma di recupero post infortunio? Riduciamo l’escursione angolare del movimento eseguito. Uno deve affrontare un percorso di rieducazione posturale? Lavoriamo essenzialmente sul core.

Se mancano le conoscenze è impossibile svolgere qualsiasi lavoro. Cambia solo la mole e la complessità di queste conoscenze. Per lavare correttamente un pavimento basta poco. Già per fare un orlo ai pantaloni ci vuole un po’ di più. Ogni compito che noi andiamo a svolgere richiede determinate conoscenze a seconda della sua complessità.

Allenare le persone è un compito estremamente complesso!

Richiede conoscenze multidisciplinari, in anatomia, fisiologia, chinesiologia, biomeccanica, scienze dell’allenamento, nutrizione umana, psicologia ecc. E qui non si possono fare sconti, si devono conoscere queste materie e basta.

Tutto questo permetterà di analizzare meglio ogni singola situazione e di individuare la soluzione migliore per ogni soggetto, riducendo il più possibile i rischi per la sua incolumità senza rinunciare all’efficacia in relazione agli obiettivi prefissati.

Se si deve seguire un soggetto giovane, sano, motivato il compito che il trainer deve affrontare è relativamente più semplice rispetto a chi presenta problemi, limiti, situazioni pregresse di cui tenere conto. Cresce in modo esponenziale la difficoltà di muoversi tra tutti questi "paletti". E’ come fare uno slalom evitando le molteplici insidie che si presentano. Questa è una condizione frequente nel lavoro del trainer che non è possibile evitare ma è possibile prepararsi per affrontare meglio questo compito che poi alla fine è proprio quello che dà maggiori soddisfazioni.

E’ facile lavorare con poche difficoltà ma è proprio quando la strada presenta molti ostacoli che ci si mette alla prova. Ed è questo il motivo per cui vale la pena investire impegno e passione per acquisire conoscenze e competenze che permettono di affrontare il proprio lavoro con maggiore sicurezza.

In qualità di formatori crediamo a tal punto in tutto questo che il percorso proposto per diventare, prima istruttore di fitness e poi personal trainer non si limita a qualche lezione per apprendere i rudimenti di base del lavoro di insegnamento in palestra ma segue materia per materia, competenza per competenza, proprio tutto quell’iter necessario a raggiungere la preparazione idonea a rivestire con autorevolezza questo ruolo. Un percorso costituito da tappe che gradualmente consentono di acquisire professionalità nel settore della salute e del benessere, attraverso la conoscenza delle materie fondamentali per poi passare a quelle specifiche legate alla programmazione dell’esercizio fisico e, infine, al consolidamento delle competenze richieste in questo ambito.

Già con il Corso per istruttore di fitness e body building, il partecipante ha la possibilità di uscire con la capacità di programmare un allenamento adatto ad una serie di tipologie di soggetti differenti, per caratteristiche ed obiettivi.

Con gli step successivi, il trainer avrà poi la possibilità di avvicinarsi ad un livello di eccellenza che gli consentirà di offrire un servizio di assistenza ai propri clienti che verrà riconosciuto per qualità e accuratezza.

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