Se dunque ammettiamo l’esistenza nel feto di competenze sensoriali e psichiche di un certo livello, non possiamo tralasciare l’ipotesi dell’esistenza di un rapporto precoce madre-bambino, e cioè di un contatto intrauterino.
La madre ed il bambino durante la gravidanza sono in contatto attraverso 3 canali di comunicazione: fisiologico, comportamentale e simpatetico.
LA COMUNICAZIONE FISIOLOGICA
Il primo canale comunicativo, l’unico misurabile, è il più immediato ed evidente: consiste infatti in quello scambio fisiologico di sostanze nutritive ed ormonali che avviene continuamente tra madre e bambino.
Il modo in cui “i processi fisiologici fondamentali influiscono sulla strutturazione della personalità, sulla percezione e sul comportamento di un individuo” viene definito somatopsichica.
A differenza della psicosomatica, in cui sono i processi mentali ad influenzare il corpo e a predisporlo a disturbi o al benessere di tipo fisico, nella somatopsichica è il corpo stesso ad indurre disturbi o benessere di tipo psicologico. Alla base della somatopsichica si collocano i circuiti neuro-ormonali che legano strettamente madre e figlio e che permettono loro di condurre un vero e proprio dialogo a livello emotivo.
Sul piano neuro-ormonale infatti tutti gli stati psichici ed emotivi della madre hanno delle conseguenze sul sistema nervoso della madre stessa determinando ad esempio un’alterazione del respiro, del battito cardiaco, della pressione arteriosa e mettendo in circolo i neurormoni. Questi dapprima alterano i processi chimici del corpo della donna e poi quelli del feto. In questo modo il feto reagirebbe ai cambiamenti neuro-ormonali avvenuti in lui anche con delle reazioni psichiche ed emotive, alterando i suoi stessi ritmi biologici ed ormonali.
In conclusione, tutto ciò che influisce positivamente sull’equilibrio psicofisico della donna influisce positivamente anche sul bambino.
LACOMUNICAZIONE COMPORTAMENTALE
Per quanto riguarda il nascituro, il tirare calci è la forma di comunicazione più facilmente rilevabile e misurabile. E’ un’attività che può essere provocata da fattori diversissimi, come la paura o una musica troppo incalzante e forte o una voce alta ed arrabbiata, e viene utilizzata dal feto per comunicare emozioni diverse: fastidio, paura, malessere fisico, reazioni alle emozioni della madre, ma anche un’allegra risposta agli stimoli tattili diretti a lui dall’esterno.
Da parte della madre i diversi comportamenti che quotidianamente mette in atto sono tutti dei mezzi di comunicazione molto forti, in particolare poi se determinati atteggiamenti sono presenti di continuo o con una certa frequenza o risultano essere caricati emotivamente in modo profondo dalla madre. Ad esempio, risultano particolarmente incisivi sul bambino, il modo in cui la madre affronta in generale la gravidanza, se si sente a suo agio, se cura il suo corpo, se è tranquilla oppure come affronta un episodio particolare quale il trasloco, o il momento in cui si comincia a stare a casa dal lavoro, ed infine come si muove e si sposta durante la giornata, se ha dei ritmi molto intensi o se deve svolgere delle mansioni fisicamente pesanti.
LA COMUNICAZIONE SIMPATETICA
Tra la madre e il figlio che porta in grembo c’è una sorta di filo sottile che li unisce, quasi appunto un rapporto di tipo extrasensoriale, che solo loro due possono vivere. Secondo questa concezione, ogni emozione profonda, ogni pensiero costante che la madre prova e vive, vengono percepiti dal nascituro. Ed egli è in grado non solo di riconoscerli ma anche di associare ad essi sensazioni più o meno piacevoli o di disagio e dunque di rispondere e reagire di conseguenza.
In ogni caso, come già detto, l’importante è come si vive la gravidanza, le modificazioni del proprio corpo, la relazione col nascituro e quello che si può fare affinché tutto questo risulti positivo.
CARATTERISTICHE PSICO-FISICHE DELLA GESTANTE
La gravidanza, per una donna, comporta tutta una serie di modificazioni fisiche notevoli che ne travolgono certamente l’immagine esteriore, ma anche quella interiore viene completamente modificata. Tante mamme, quando scoprono di essere incinta, percepiscono come primo segnale di cambiamento proprio questo stravolgimento della propria identità. Vediamo quindi come ad una trasformazione fisica graduale si accompagni una altrettanto graduale, ma comunque intensa, modificazione mentale, psicologica della donna stessa.
Gli autori che si sono occupati della psicologia della gestazione hanno suddiviso quest’ultima in fasi specifiche, a seconda delle manifestazioni che si evidenziano.
Il primo stadio, dal concepimento fino alla percezione dei movimenti fetali
E’ caratterizzato da un aumento dell’investimento oggettuale sul sé e da una sensazione di accresciuta passività e regressione. E’ infatti soprattutto in questa fase che la donna si trova più esposta ai propri sentimenti e al turbinìo di emozioni contrastanti che la attraversano.
A livello somatico, questi atteggiamenti ambivalenti trovano riscontro nelle famose nausee, che spesso accompagnano la donna proprio nei primi tre mesi di gestazione.
Il secondo stadio va dalla percezione dei movimenti fetali alla fine della gravidanza
Il bambino è ora riconosciuto come una entità a sé stante e questo provoca nella donna una progressiva diminuzione delle fantasie immaginative e un corrispettivo aumento invece dell’ansia per la prossima separazione. Ma d’altra parte è anche il momento migliore, in cui fisicamente ci si sente meglio senza essere ancora troppo ingombranti e ci si può permettere di entrare più facilmente in contatto con il proprio bambino.
Il terzo stadio è caratteristico degli ultimi giorni prima del parto
In questo periodo l’ansia di portare a termine il ciclo della gravidanza è altissima, ed emergono paure circa l’integrità fisica del bambino e sull’andamento del travaglio-parto.
La gravidanza è dunque un periodo di ansie e paure, oltre che di gioie ed euforia, e spesso questi sentimenti emergono alla coscienza sotto forma di sogni o di fantasie ad occhi aperti. Oltre allefantasie della madre su come vorrebbe che fosse il proprio bambino, la donna in gravidanza può talora essere, infatti, turbata da pensieri e preoccupazioni e da connotazione ossessiva ed angosciante.
Come il timore di essere danneggiate dal feto e/o dal parto, e il timore di morire, ma anche la paura di danneggiare il figlio durante la gravidanza e il parto. Le fantasie che esprimono la paura di menomazioni e malattie del bambini, sono molto frequenti e normali in gestazione, e diventano fantasie patologiche quando occupano in modo rigido ed ossessivo la sua mente.
Durante la gestazione, dunque, i bisogni di una donna sono molteplici e si possono classificare come necessità fisico-corporee e come esigenze emotive. Da un lato infatti il corpo della donna, estremamente sollecitato e posto sotto stress per tutta la gravidanza, necessita di essere tonificato o rilassato a seconda dei casi ed in ogni caso allenato e rinforzato. Anche e soprattutto in preparazione alle fatiche del parto. Dall’altro, invece, si sente la necessità emotiva e psicologica di un maggiore contenimento, sostegno, e comprensione.
La possibilità di scambiarsi informazioni, esperienze, e di condividere le emozioni della maternità con le altre mamme in attesa o con i diversi professionisti del settore, può aiutare a sedare ansie e paure e a vivere con maggiore serenità questo momento.
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Vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale, di questo testo senza autorizzazione scritta
Estratto dal manuale del Master di acquamotrcità prenatale dello stesso autore
a cura di S.Colombini
Educatrice prenatale
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