Ogni volta che ingeriamo dei macronutrienti, questi non si limitano a fornirci energia ma inducono delle risposte ormonali che devono essere in equilibrio fra loro affinché venga mantenuta una buona condizione di salute.

Infatti, ognuno dei tre macronutrienti stimola la produzione di un determinato ormone:

  • i carboidrati promuovono la secrezione di insulina
  • le proteine promuovono la secrezione di glucagone
  • i grassi promuovono la secrezione degli eicosanoidi

Carboidrati2CARBOIDRATI E INSULINA

Ogni volta che ingeriamo dei carboidrati, per essere utilizzati dall’organismo, devono essere ridotti a glucosio, che è lo zucchero fisiologico: la velocità di conversione in glucosio è definita indice glicemico. Più tale indice è elevato, più provocherà un innalzamento della glicemia e quindi dell’insulina prodotta per abbassarla ed evitare di incorrere in problemi di salute. Dovendo stivare questo zucchero in eccesso, l’organismo non ha altri depositi che le cellule adipose, localizzate in special modo laddove abbiamo più recettori per il grasso (giro vita per gli uomini, cosce e glutei per le donne).

Se il picco glicemico è molto elevato, l’insulina non si limita ad abbassarlo a livelli normali, ma lo porta al di sotto, quindi il cervello, che si nutre esclusivamente di glucosio va in crisi e manda al corpo il segnale di mangiare (è il meccanismo dei grandi obesi, che hanno sempre fame nell’abbondanza di cibo). Inoltre, rimanendo elevati i livelli di insulina, gli acidi grassi vengono bloccati nelle cellule e quindi di fatto è impossibile dimagrire, pur facendo attività fisica (l’insulina è definita ormone di immobilizzo ).

Questo non accade in condizioni di ipoglicemia, ad esempio al mattino a digiuno e dopo un allenamento intenso di tipo anaerobico lattacido, il meccanismo che sfrutta prevalentemente il glicogeno come fonte energetica.

Quindi, nell’impostare una dieta dobbiamo tenere presente la assoluta necessità di mantenere la cosiddetta calma insulinica, riservando l’ingestione di carboidrati a basso
impatto glicemico nei momenti di ipoglicemia.

Di norma un soggetto sedentario mette in azione il meccanismo anaerobico lattacido per pochi minuti al giorno, quindi non si capisce il perché la nostra alimentazione presenti quantità così elevate di carboidrati: in effetti l’obesità sta dilagando ed il diabete sta diventando una vera piaga sociale.

Alcuni organi però hanno un bisogno primario di glucosio, indispensabile per la loro sopravvivenza, che varia dai 120 ai 170 grammi al giorno in base al peso corporeo, quindi, in linea di massima dobbiamo garantire all’organismo questo fabbisogno minimo giornaliero.


Proteine2PROTEINE E GLUCAGONE

Il glucagone è l’antagonista dell’insulina, quindi, abbinando le proteine ai carboidrati, si ottiene già una minor produzione di insulina (punto sul quale alcune impostazioni dietetiche non sono d’accordo). Una dieta priva di carboidrati o troppo povera di carboidrati, manda in circolo corpi chetogeni che sono tossici per l’organismo ed incrementa la produzione di cortisolo e catecolamine. Inoltre gli organi che hanno bisogno di glucosio (cervello, reni, emazie), dovendo comunque procurarselo per sopravvivere lo ottengono smontando acidi grassi e proteine, tramite la neoglucogenesi, inducendo il catabolismo muscolare.

In realtà i corpi chetogeni sono in parte utilizzati come carburante alternativo al glucosio; questo meccanismo è, in linea di massima molto efficiente nei soggetti di gruppo sanguigno 0, i quali perciò catabolizzano e si intossicano meno rispetto a soggetti di altri gruppi sanguigni, in particolare il gruppo A, che soffre molto la mancanza di carboidrati. Quindi, diete tipo la metabolica o la Atkins sono consigliabili più a soggetti di gruppo 0 e meno a quelli di gruppo A e AB.

 

GRASSI E EICOSANOIDI

I grassi sono indispensabili per la sopravvivenza e la buona salute. Senza i grassi non potrebbe esistere la vita, in quanto il tessuto di rivestimento delle cellule è formato da grassi, così come le guaine mieliniche dei nervi ed il cervello stesso; inoltre i grassi portano in circolo le vitamine liposolubili.

I grassi si dividono in due grandi categorie: grassi saturi (se gli atomi di carbonio sono saturati dal doppio degli atomi di idrogeno) e grassi insaturi, che a loro volta si dividono in monoinsaturi (se manca una saturazione) e polinsaturi (se mancano due o più saturazioni). Grossolanamente i grassi saturi sono detti cattivi, nocivi per la salute e gli insaturi buoni.

Ogni volta che noi ingeriamo dei grassi, essi subiscono delle trasformazioni nell’organismo, che li portano a produrre una categoria di micro ormoni, detti eicosanoidi. Gli eicosanoidi lavorano ad assi, come insulina e glucagone, uno fa una cosa ed il suo antagonista l’esatto opposto: vengono perciò indicati come buoni e cattivi eicosanoidi, a seconda della loro azione.

In realtà servono sia i buoni che i cattivi eicosanoidi, un esempio lampante è dato dalle prostaglandine (una categoria di eicosanoidi), che si dividono in PG1, PG2, PG3. Le PG1 e le PG3 vengono chiamate buone, perché fluidificano il sangue, favorendo la circolazione sanguigna ed impedendo la formazione di trombi e coaguli, mentre le PG2 sono dette cattive, perché favoriscono l’aggregazione piastrinica; Se mancassero le PG2 però, il sangue non coagulerebbe e noi moriremmo per un banale taglietto.Grassi2

La cosa importante è il rapporto tra buone e cattive, che dovrebbe essere del 94% per le prime, contro un 6% circa per le seconde: secondo Barry Sears - ideatore dell’alimentazione a zona ed una delle maggiori autorità a livello mondiale per ciò che concerne lo studio sugli eicosanoidi nei paesi industrializzati - con l’attuale alimentazione, noi produciamo circa i l90% di cattivi eicosanoidi, contro un 10% circa di buoni.

La loro azione è definita autocrina, perché alcuni vengono prodotti ed utilizzati dalla stessa cellula, e paracrina, perché altri vengono utilizzati dalle cellule vicine. Essi appaiono e scompaiono in millesimi di secondo, perciò è stato difficile individuarli ed ancora non sono stati identificati tutti.
Paradossalmente questi micro ormoni sono stati gli ultimi ad essere scoperti ma i primi ad apparire con le prime forme di vita, prima ancora che esistesse l’uomo: quando gli organismi erano unicellulari o formati da poche cellule comunicavano solo tramite gli eicosanoidi; gli ormoni endocrini sono apparsi quando i mammiferi hanno assunto le attuali sembianze e serviva perciò un sistema di comunicazione a distanza.

Gli eicosanoidi non solo non sono scomparsi, ma hanno assunto il ruolo di superormoni: essi mettendo in comunicazione contemporaneamente 60.000 miliardi di cellule, controllano tutto l’organismo e ne determinano il benessere o la malattia (un esempio lampante di scorretta comunicazione tra gli eicosanoidi è il cancro, che porta alla proliferazione di cellule anomale).

Una dieta corretta quindi, con l’utilizzo di acidi grassi insaturi, la riduzione di quelli saturi ed adeguati integratori deve mirare ad una equilibrata produzione di eicosanoidi.

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Estratto dal manuale del corso Alimentazione e integrazione nel fitness dello stesso autore


a cura di R.Calcagno
Laureato in Scienze Motorie
Preparatore atletico
Esperto in nutrizione nello sport


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